Terapia a Segnali Pulsanti
Oltre 40 anni fa, Fukada e Yasuda hanno descritto i fenomeni piezoelettrici che avvengono nelle ossa. Nei decenni seguenti, negli USA, soprattutto Basset ha continuato questi studi sulle ossa cercando di utilizzare i processi elettrofisiologici per stimolare la guarigione delle fratture.
Diversi autori hanno presentato sistemiteoricamente idonei ad accelerare il processo di guarigione delle fratture, soprattutto quando questo risulti lento o difficile. Nessuno di questi metodi, però, è riuscito ad affermarsi nelle applicazioni cliniche visto che i risultati positivi non sono stati confermati in un numero significativo di pazienti.
La presenza di potenziali elettrici, che per la maggior parte non si basano su effetti piezoelettrici,
è ormai accertata non solo per quanto riguarda le ossa ma anche per tessuti connettivi come
cartilagine, tendini, capsule articolari e legamenti.
Nei piú recenti testi di riferimento, vengono descritte le diverse possibilità di formazione dei potenziali e del significato da loro rappresentato per il tessuto connettivo.
Si è concordi nel ritenere che i potenziali elettrici, come anche gli stimoli meccanici, chimici ed
ormonali esercitino un’influenza sulle cellule dei tessuti connettivi e possano quindi controllare
l’espressione del substrato a livello qualitativo e quantitativo.
Potenziali dinamici nell’articolazione
Con la Terapia a Segnali Pulsanti (PST), che genera campi elettromagnetici altamente specifici, si è riusciti a stimolare i condrociti ed i fibroblasti per dare inizio a una rigenerazione sul tessuto modificato.
Dopo aver provato in colture di tessuto cartilagineo che la produzione di matrici cartilaginee non modificate può essere aumentata in modo significativo grazie alla PST, durante due studi in doppio cieco è stata fornita anche la prova della sua efficacia clinica.
Gli studi prospettici attualmente in corso a Monaco di Baviera confermano, assieme alle osservazioni dei pazienti, i risultati delle ricerche svolte negli USA dal Dr. Dr. Richard Markoll.
Anche i risultati provvisori di uno studio di valutazione dell’efficacia della PST nei cambiamenti degenerativi delle articolazioni temporo-mandibolari, effettuato presso la clinica odontoiatrica dell’università Humboldt, confermano le esperienze finora riscontrate.
– E’ noto che, in condizioni fisiologiche, una cartilagine articolare sana garantisce, per tutta la durata della vita, una funzione delle articolazioni priva di usura e che, al contrario, una usura progressiva della cartilagine in seguito a sollecitazioni non fisiologiche date da posizioni sbagliate, instabilità e traumi provoca artrosi, con successiva distruzione delle superfici cartilaginee.
– Anche l’inattività, p. es. in seguito ad immobilizzazione, così come i cambiamenti della composizione sinoviale che avvengono in caso di infezioni batteriche e non batteriche o nelle emartrosi, provocano la distruzione della cartilagine. Al contrario delle artrosi secondarie, nelle artrosi primarie, molto più frequenti, la causa spesso è sconosciuta e, probabilmente, può essere di tipo genetico.
La sostanza secca è formata quasi esclusivamente da collagene, proteoglicani e glicoproteine, che rappresentano i prodotti di sintesi dei condrociti. Le resistenti fibre di collagene formano una struttura intrecciata che determina la resistenza alla tensione e l’elasticità della cartilagine. All’interno di questa struttura sono alloggiati e fissati i proteoglicani e le glicoproteine. I proteoglicani formano un gel idratato attraverso il quale le sostanze nutrienti raggiungono i condrociti mediante diffusione. I proteoglicani ricoprono un ruolo decisivo nel meccanismo di azione della Terapia a Segnali Pulsanti.
– Si tratta di macromolecole, formate da un nucleo di proteina al quale sono legate diverse catene di glicosaminoglicani. Il proteoglicano maggiormente presente nella cartilagine ialina è l’aggrecano insieme a glicosaminoglicani, condroitina solfato e il keratan solfato. Componenti dei glicosaminoglicani sono la disaccaride con gruppi solfato (503-) e carbossilico (CO0-) aventi cariche negative, che definiscono la densità delle cariche fisse della matrice cartilaginea extracellulare. Queste cariche negative dei glicosaminoglicani influenzano la composizione dell’elettrolita, cioé del liquido interstiziale.
– Le cariche negative fisse provocano una riduzione degli anioni ed una maggiore concentrazione di cationi in confronto con i tessuti adiacenti come ad es. le capsule articolari. Questo stato fisico-chimico, che può essere spiegato con l’equilibrio di Donnan, provoca la tendenza del tessuto a gonfiarsi ed è responsabile